Il 59% degli italiani preferisce un lavoro meno stressante a uno stipendio più alto. Questo dato, emerso dall’ultimo Randstad Workmonitor Pulse e pubblicato da Forbes, lancia un messaggio chiaro alle aziende: per attrarre e trattenere i talenti, è urgente investire seriamente in benessere organizzativo e wellbeing aziendale. Due leve strategiche per rispondere alle nuove priorità delle persone, sempre più orientate alla qualità della vita lavorativa.
In questo articolo spieghiamo che cosa si intende per benessere organizzativo e wellbeing aziendale, quali sono i loro effetti concreti su performance e produttività, e come possono essere progettati e integrati nelle strategie aziendali attraverso spazi di lavoro, policy e cultura.
Benessere organizzativo e wellbeing aziendale: due facce della stessa medaglia?
Spesso utilizzati come sinonimi, benessere organizzativo e wellbeing aziendale rappresentano in realtà due prospettive complementari.
Il benessere organizzativo è la capacità di un’organizzazione di promuovere e mantenere il benessere psicologico, sociale e fisico delle persone che vi lavorano. Include vari aspetti, tra cui:
- il clima organizzativo;
- la qualità delle relazioni tra colleghi, con i capi, e tra team;
- la comunicazione interna;
- la percezione di essere rispettati e valorizzati e rispettati, anche nelle dinamiche decisionali;
- il supporto percepito dai lavoratori rispetto all’organizzazione.
Il wellbeing aziendale, invece, rappresenta l’attuazione pratica di questo principio: si traduce in politiche, servizi e iniziative messe in campo dall’organizzazione per sostenere il benessere complessivo delle persone. Include ad esempio: ergonomia degli spazi, supporto psicologico, programmi di welfare e interventi di promozione della salute fisica e mentale. In sintesi, è l’insieme delle azioni tangibili con cui l’azienda si prende cura dei propri collaboratori.
Cambia la cultura del lavoro, cresce la domanda di wellbeing aziendale
Complice la pandemia, nel corso degli ultimi 5 anni è aumentata la consapevolezza dell’importanza del benessere sul lavoro. Oggi sempre più persone cercano ambienti sensibili al tema, che prevedano, ad esempio, piani di smart working, iniziative di welfare aziendale e servizi di sostegno psicologico e crescita.
Secondo il Randstad Workmonitor 2024, il 94% degli italiani ritiene che l’equilibrio tra vita privata e lavoro sia più importante persino della retribuzione, mentre l’87% cerca realizzazione personale e professionale nel proprio ruolo.
Ecco perché le organizzazioni devono sviluppare e ampliare il loro wellbeing aziendale, prevedendo una strategia che integri e sviluppi elementi come:
- salute fisica e psicologica;
- flessibilità lavorativa;
- piani di crescita personale e professionale.
Il benessere organizzativo aumenta produttività e performance
Investire sul benessere organizzativo non è però solo una risposta alla crescente domanda di ambienti di lavoro più a misura di persona, ma anche una leva strategica per generare valore tangibile. Oggi le organizzazioni che mettono al centro il benessere dei propri collaboratori non solo attraggono e trattengono talenti con maggiore facilità, ma ottengono anche risultati concreti in termini di produttività e risultati.
A dimostrarlo è uno studio condotto dal Wellbeing Research Centre dell’Università di Oxford, che ha analizzato i dati di oltre 1,8 milioni di lavoratori distribuiti in 73 paesi. I risultati emersi evidenziano che le aziende che promuovono elevati livelli di benessere tra i dipendenti ottengono in media un +21% di produttività, un -41% di assenteismo e un +37% nelle vendite.
Si tratta di dati che mostrando in modo scientifico quanto il benessere organizzativo incida sulla performance. Non è un semplice investimento in termini di immagine aziendale: è un asset strategico.
Il benessere organizzativo come leva di employer branding
Dopo aver evidenziato come investire nel benessere organizzativo risponda a una crescente domanda da parte delle persone e anche ritorni concreti in termini di produttività e performance, è utile analizzare un ulteriore beneficio strategico: il suo impatto diretto sull’employer branding.
Con questo termine si intende il processo attraverso cui un’azienda costruisce, comunica e consolida la propria identità e reputazione come luogo di lavoro desiderabile, con l’obiettivo di attrarre, motivare e trattenere i talenti.
Il benessere organizzativo ha un ruolo centrale in questo processo: quando è reale e ben integrato nella vita quotidiana dell’azienda, diventa uno degli elementi più solidi su cui costruire una reputazione credibile come buon datore di lavoro. Perché non basta “parlare bene” della propria azienda, bisogna anche “essere” un buon posto in cui lavorare.
Le organizzazioni che mettono al centro la cura per il benessere dei loro collaboratori si distinguono, oltre che per l’offerta contrattuale, anche per la qualità dell’esperienza lavorativa complessiva.
Per approfondire strategie di employer branding che possono essere implementate in azienda – anche a partire dal benessere – consiglio di consultare questo approfondimento pubblicato sul nostro blog.
Dalla cultura allo spazio di lavoro: il ruolo strategico dell’ufficio
Lo spazio di lavoro influisce sul benessere delle persone più di quanto si pensi. Non si tratta solo di estetica, ma di progettare ambienti che facilitino la concentrazione, la collaborazione e il benessere psicofisico di chi li vive ogni giorno.
La missione di Workitect è chiara: trasformare i luoghi di lavoro in spazi di benessere. Per farlo, progettiamo ambienti seguendo il modello dell’Activity Based Working (ABW), un approccio che punta a costruire ambienti flessibili, pensati per supportare le diverse attività che i membri di un’organizzazione svolgono ogni giorno. Ogni giornata lavorativa è fatta di momenti diversi e gli spazi devono offrire soluzioni adeguate per ciascuno di questi.
A differenza dell’ufficio tradizionale con postazioni fisse, l’ABW propone una varietà di ambienti tra cui scegliere liberamente: aree silenziose per concentrarsi, spazi aperti per lavorare in gruppo, stanze per incontri formali o conversazioni informali, zone dedicate al relax o alla riflessione individuale.
L’obiettivo è garantire autonomia, comfort e funzionalità, prestando attenzione a elementi fondamentali come l’ergonomia, la luce naturale e qualità acustica.
Ogni organizzazione è diversa: ha il suo modello di lavoro, la sua cultura, le sue priorità. Per questo non esiste un layout universale, valido per tutti. Sono gli ambienti che devono adattarsi alle persone, non il contrario.
Questa è la base su cui si costruisce un vero benessere organizzativo: spazi su misura che rispondono ai bisogni concreti delle persone, facilitano i modi di lavorare e rafforzano l’identità aziendale.
Esempi di strategie di wellbeing aziendale
Per integrare il wellbeing in modo sistemico non bastano iniziative isolate, servono strategie coerenti, costruite su interventi mirati e attività ricorrenti. Tra queste:
- Promozione della crescita personale e professionale: attraverso servizi dedicati, come sportelli di ascolto, le persone possono confrontarsi sulle sfide quotidiane e valorizzare le proprie potenzialità, sviluppando consapevolezza e nuove competenze.
- Implementazione degli spazi di lavoro: introdurre ambienti dedicati alle specifiche attività consente di rispondere ai diversi bisogni operativi e relazionali delle persone.
- Adozione di modalità di lavoro ibride: permettere flessibilità su tempi e luoghi di lavoro aiuta le persone a conciliare meglio vita privata e attività professionale, favorendo fiducia, autonomia e senso di responsabilità.
- Organizzazione di momenti formativi e workshop: proporre attività dedicate allo sviluppo di nuove competenze rafforza la capacità delle persone di affrontare il cambiamento, gestire meglio il proprio lavoro e contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell’organizzazione.
Il futuro del lavoro è centrato sul benessere organizzativo
In un mondo del lavoro sempre più complesso, puntare sul benessere organizzativo e sul wellbeing aziendale può rivelarsi un vantaggio competitivo per le aziende. Le organizzazioni che lo comprendono oggi, saranno le leader di domani.