Lo smart working fa bene ai cuori infranti?

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Nelle Filippine è stata presentata una proposta per un congedo retribuito di tre giorni dal lavoro per le persone che stanno soffrendo a causa della fine di una situazione sentimentale.

Forse questa notizia sembrerà una nota di colore ma è indubbio che abbia una base solida… Il parlamentare filippino Lordan Suan ha sottolineato con il suo disegno di legge che le rotture hanno un effetto significativo sul benessere mentale delle persone, portando a una riduzione della produttività e all’assenteismo.

L’impatto delle rotture sentimentali sul benessere e la produttività

Suan è stato ispirato dal manager connazionale Ricardo Dublado, CEO del Cebu Century Plaza Hotel di Cebu City che, sensibile all’impatto emotivo che una rottura sentimentale può avere, ha introdotto una politica innovativa per i suoi dipendenti: cinque giorni di congedo retribuito per sofferenza amorosa. Questa iniziativa, ispirata alle sue vicende personali, consente ai lavoratori di prendersi una pausa ogni anno, a patto che si tratti della fine di una relazione stabile.

Conciliare lavoro e sfera privata è sempre stato complicato e pure un’organizzazione aziendale può risentire dell’imprevedibilità della vita dei suoi membri, perché “spesso non riusciamo a circoscrivere quello che succede fuori dall’orario lavorativo”, come ha scritto Il Messaggero in un articolo di commento a questa curiosa news.

Venti anni fa usciva il fortunato film diretto da Michel Gondry – con protagonisti Jim Carrey e Kate WinsletEternal Sunshine of the Spotless Mind, titolo brutalmente tradotto per il cinema italiano in Se mi lasci ti cancello.

Non sto qui a tratteggiare la trama del film, che immagino molti avranno visto – se non lo avete mai fatto è consigliato, è bellissimo – ma mi serve citarlo perché nella pellicola entrambi i protagonisti hanno serie ripercussioni sulla professione dopo la fine della loro relazione sentimentale. 

Lo Smart Working come supporto ai lavoratori in crisi emotiva

Accertato che molte persone si trovano ad accusare ricadute sul lavoro per i loro guai di coppia, adesso c’è anche una ricerca che lo certifica, è stata fatta dall’altro lato dell’Oceano e ci porta negli Stati Uniti.

L’Università del Minnesota ha eseguito uno studio in merito e ha rivelato che il 44% del campione intervistato ha manifestato problemi sul lavoro in seguito alla fine di una relazione. Mentre il 39% invece ha dichiarato di aver vissuto la separazione come un’opportunità per rinnovarsi. 

Lo stesso studio suggerisce che la flessibilità lavorativa e il lavoro da remoto possano aiutare i dipendenti a gestire meglio queste sfide emotive.

La “cura” proposta dai ricercatori è così favorire una maggiore diffusione dello smart working, perché lavorare per obiettivi può compensare il calo della produttività a causa delle pene d’amore! A ben pensarci ha un senso tutto ciò. 

Lo smart working è nato per migliorare il work-lifebalance e rompendo la rigidità di spazio e tempo può favorire il prendersi dei momenti per se stessi. La metabolizzazione della perdita è sempre un percorso personale nel dolore, però poter decidere come e dove lavorare può essere d’aiuto per i cuori infranti.

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Francesco Sani
Giornalista Pubblicista laureato in Sociologia all'Università di Firenze. È Direttore della rivista Firenze Urban Lifestyle e collabora con altri magazine e blog su temi attinenti Cultura, Ambiente e Società. Scrive e ha scritto per L'Espresso, Il Fatto Quotidiano, Smart Working Magazine e Artribune.
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Giornalista Pubblicista laureato in Sociologia all'Università di Firenze. È Direttore della rivista Firenze Urban Lifestyle e collabora con altri magazine e blog su temi attinenti Cultura, Ambiente e Società. Scrive e ha scritto per L'Espresso, Il Fatto Quotidiano, Smart Working Magazine e Artribune.