EURO 2020: le partite da vedere per lo smart worker

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La pandemia da Sars CoV-2 è un evento dopo il quale “non cambiano soltanto le cose, ma cambia anche il parametro con il quale misuriamo i fatti del cambiamento stesso” ha scritto Slavoj Zizek.

Forse contraddicono il celebre filosofo sloveno gli sponsor che hanno fatto pressione sull’UEFA per mantenere il nome di EURO 2020, anche se si gioca quest’anno. Ecco, però, aldilà del nome, finalmente si gioca con un po’ di pubblico e ci sembra di essere tornati alla normalità. Il torneo continentale per nazionali – e tra un mese le Olimpiadi di Tokyo – ci restituisce l’idea di aver attraversato la linea d’ombra, quella terribile bonaccia che affligge il protagonista e l’equipaggio del celebre omonimo romanzo di Joseph Conrad.

L’emergenza sanitaria persiste ma anche noi ripartiamo, Italia vs. Turchia 3 – 0 e ciaone a Erdogan.

Lo smart worker calciofilo ha ben da sbirciare tra una task ed un’altra. Il sottoscritto per la precisione si è guardato tutta Inghilterra – Croazia con il laptop sulle ginocchia. Ho applaudito il bellissimo gol di Patrick Schick in Scozia – Repubblica Ceca (confesso di essere un nostalgico della Cecoslovacchia da quando ero bambino, dal Mondiale Italia ’90 per la precisione). Ho alzato il pugno come il belga Romelu Lukaku in solidarietà al Black Lives Matter e non potevo esimermi dall’applaudire l’eterno Goran Pandev (37 anni, nato quando c’era ancora la Jugoslavia, ma vi rendete conto?) per il primo gol della esordiente Macedonia Del Nord ad una fase finale dell’europeo di calcio. 

Se lo smart worker lavora per obiettivi, quello calciofilo ha ben altri risultati a cui pensare.

Insomma, su Trello ricordatevi di inserire a promemoria l’esordio della Francia campione del mondo in carica e del Portogallo di Cristiano – antipatia – Ronaldo.

Io ho pure spostato la mia postazione – altro che mancanza di spazi e si lavora in cucina e tutti i disagi del remote working… – per avere la TV di fronte. Così la riunione di allineamento su Skype delle 18:00 l’ho fatta con in sottofondo la partita, ecco perché ho tenuto il microfono disattivato per tutto il tempo! Tanto il capo va a giocare a golf ed è inutile spiegargli che dopo 35 anni la Polonia ha finalmente una squadra di degno talento e non si può essere incuriositi dell’esordio di Lewandowski e compagni.

Ecco, la cosa più smart che può fare lo smart worker è vedere più partite possibili.

Sportività e simpatia verso tutti, immancabile gufare contro la Germania, nemesi calcistica degli Azzurri. E poi i tedeschi sono “crucchi” e punto. Anche se probabilmente lo smart worker tedesco si sarà iper organizzato per gestire tutti i suoi compiti in modo da essere libero per l’inizio della gara.

Sì, perché può capitare che le partite interessanti non siano solo quelle delle 21:00, il calendario propone gare “succose” anche alle 15:00 e alle 18:00… Insomma, lavoro agile ma con il pallone! Più pallone che lavoro durante EURO 2020.

Però apro LinkedIn e trovo post dedicati a Simon Kjaer che sabato è stato l’eroe in Danimarca – Finlandia. Quando il giocatore danese Christian Eriksen – centrocampista dell’Inter – ha avuto un malore in campo si è precipitato a togliere la lingua dalla gola del compagno; lo ha messo su un lato, per favorire le operazioni di soccorso; ha tenuto calma la squadra, chiamata a proteggerlo dalle telecamere; infine ha consolato la moglie di Eriksen precipitatasi sul terreno di gioco in quei momenti di paura al Telia Parken di Copenhagen.

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Fonte: Eurosport


Ecco Simon Kjaer per me rappresenta la ripartenza dopo la grande paura della pandemia, non un eroe ma un uomo vero che ricorda a tutti l’importanza di fare un corso di Primo Soccorso. Può salvare la vita su un campo di calcio come sui luoghi di lavoro. Lui va insignito del titolo di smart worker di EURO 2020, esempio per tutti noi.

Anche per il management in azienda che deve capire che il calcio è organizzazione, quindi una cosa seria. 

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Francesco Sani
Giornalista Pubblicista laureato in Sociologia all'Università di Firenze. È Direttore della rivista Firenze Urban Lifestyle e collabora con altri magazine e blog su temi attinenti Cultura, Ambiente e Società. Scrive e ha scritto per Il Fatto Quotidiano, Smart Working Magazine e Artribune.
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Giornalista Pubblicista laureato in Sociologia all'Università di Firenze. È Direttore della rivista Firenze Urban Lifestyle e collabora con altri magazine e blog su temi attinenti Cultura, Ambiente e Società. Scrive e ha scritto per Il Fatto Quotidiano, Smart Working Magazine e Artribune.
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