09 GIUGNO 2020. Smart Working, non è lavorare da casa

Indice dei contenuti

Simone Casella per ARCHITETTARE

Smartworking, non è lavorare da casa

In questo periodo la gran parte degli italiani, quelli fortunati, hanno potuto apprezzare con mano cosa significa lavoro agile in Italia.

Ma cosa significa in verità smart working? Siamo e saremo in grado di utilizzare questo metodo di lavoro anche in Italia? E soprattutto, come dovremo ripensare la progettazione degli spazi?

Per questo ci siamo fatti aiutare da Simone Casella – Architetto e Ceo di Workitect – consulente e progettista di spazi di lavoro per grandi aziende.

Ciao Simone, cosa fai nella vita e come ti sei interessato al mondo Smart Working?

Ciao, sono architetto e progetto spazi ufficio da più di 10 anni e con Luca Brusamolino ho fondato una società,Workitect , che si occupa di Smartworking e Workplace Design e nasce dal pensiero che lo spazio di lavoro influisce sul benessere delle persone e quindi sulla produttività aziendale.

La progettazione degli uffici è sempre stata una disciplina in mano agli architetti, e con Luca, che è specializzato in Organizzazione Aziendale, ci siamo domandati come mai le persone e le organizzazioni non fossero parte del processo di workplace design. Il mio interesse per lo smartworking è nato in risposta a quella domanda e il nome workitect è pensato per sancire la nascita di una nuova disciplina, la workitecture, che fonda i suoi principi proprio sull’architettura e sulle risorse umane.

Qual è esattamente la definizione di Smart Working?

Lo smartworking è definito come Una nuova filosofia manageriale fondata sulla restituzione alle persone di flessibilità e autonomia nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti da utilizzare a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati. 

Questa definizione, dell’osservatorio del Politecnico di Milano, ci aiuta a capire anche che lo Smart Working si fonda su tre pilastri: tecnologia, spazi e persone e che quindi è un errore associarlo al solo, lavorare da casa, tipico del  Remote Working o del Telelavoro.

Quali sono i vantaggi e gli svantaggi per le azienda ed i dipendenti che adottano questo metodo di lavoro?

I vantaggi sono molteplici per entrambi, le aziende vedono un aumento della produttività, legata anche alla riduzione del tasso di assenteismo e del turnover dovuto ad un maggior engagement. Inoltre, la possibile riduzione degli spazi fisici, con conseguente risparmio sui costi di locazione e sui servizi di facilities rende un progetto si smar working sostenibile anche da punto di vista economico. I dipendenti invece hanno dei benefici in termini di maggior autonomia nella gestione del tempo e una maggior soddisfazione personale nel lavoro. Ci sono inoltre altri vantaggi per la comunità:  il lavoro per obiettivi porta senz’altro a un sistema più meritocratico, che va a vantaggio di tutti, e sul tema spostamenti possiamo godere di un vantaggio in termini di tempo, costi e inquinamento, con tutto quello che comporta anche per la rinascita delle periferie.

Gli svantaggi possono essere, in questo periodo di transizione, uno squilibrio in quello che si definisce work-life-balance, ovvero un bilanciamento tra lavoro e vita privata, dove è difficile definire un confine, dei limiti al lavoro, andando a discapito della vita privata.

Architettare si occupa di architettura e design ed in questo momento i professionisti del settore sono disorientati: Come si può lavorare “Smart” quando si ha a che vedere con rilievi, progettazione, scelta di materiali? Esistono delle tecnologie innovative che ci possano aiutare per queste attività?

In questo momento si può lavorare smart solo su alcuni ambiti, i cantieri sono fermi e la possibilità di sopralluoghi o visitare fornitori è interdetta. Quello che possiamo fare è continuare con l’attività di progettazione utilizzando strumenti “smart” che vanno oltre le classiche piattaforme di web meeting, ma grazie a applicazioni di Project Management è possibile condividere idee, assegnare task e monitorare l’avanzamento delle attività tenendo traccia dell’evoluzione del progetto e dei feedback. Altre attività importantissime su cui ci possiamo concentrare sono la formazione, con webinar, tutorial, approfondimenti, ricerche, e il marketing, migliorando la comunicazione e l’immagine sui nostri canali.

Ritengo che una volta usciti dal “lockdown”, potremo servirci di molte nuove tecnologie, presenti o future, che ci consentiranno di migliorare le nostre performance in termini di tempo e produttività (rilievo con laser scanner, telecamere per la sicurezza in cantiere, software BIM per la progettazione integrata, stampanti 3D,…) ma nel contempo credo che la parte “fisica” del nostro lavoro sia imprescindibile. Visitare un sito, monitorare l’andamento del cantiere, visionare i materiali e i campioni, sono attività che necessitano l’utilizzo di tutti i nostri sensi e della nostra sensibilità, che secondo me rendono necessaria la presenza “di persona”.

Innovazione e aggiornamento professionale. Questo è il momento in cui tutti si fiondano sul web per aggiornarsi tramite webinar e corsi di formazione virtuale. Esistono delle piattaforme che aggregano queste informazioni?

Per la formazione professionale obbligatoria ogni ordine fa riferimento alla propria provincia e alla piattaforma Imateria, che riunisce tutti i corsi certificati, ma suggerisco in questo periodo di cercare anche altrove, molte associazioni, aziende, anche youtuber, stanno mettendo a disposizione di tutti le loro conoscenze con webinar e “dirette” nel tentativo di fornire supporto a chi è a casa. Noi per primi, come Workitect, siamo intervenuti sulla piattaforma di Smart Working Day parlando si vari argomenti correlati al mondo del lavoro (smartworking, organizzazione, spazi,,…).

Infine. Tutti questi mesi e, aimè, i prossimi tempi passati in casa, favoriranno questi nuovi metodi lavorativi?

Certamente questa emergenza ha dimostrato come molte aziende, anche quelle più “rigide”, siano riuscite a fronteggiare questo periodo lavorando da remoto. Sono sicuro che questi giorni a casa ci abbiano fatto capire come sia possibile uscire dall’ufficio, ma anche come la mancanza di relazioni sociali e di un’organizzazione rodata intacchino la produttività. Infatti per lavorare in smartworking non è sufficiente un portatile. Sono sicuro che questo evento sarà promotore di un cambiamento che rivoluzionerà le organizzazioni e che si basa su tecnologia e spazi più “smart”.

Dove possiamo seguirti?

Workitect, in questi giorni è molto attiva con dei webinar su Smart Working Day (anche sul canale YouTube), oltre che sui nostri profili Linkedin e Facebook

Abbiamo anche un canale Instagram con le foto dei lavori svolti e un aggiornamento delle nostre attività sulle stories.

Inoltre abbiamo creato una task force di esperti e aziende per gestire la fase2 con la possibilità per le aziende di ottenere un report immediato con linee guida e consigli per la ripartenza.

Categorie
Scarica le nostre guide gratuite
Desk Sharing
Desk sharing significa letteralmente condivisione
della scrivania
.
Si tratta di un’organizzazione delle postazioni dell’ufficio non più basata sull’assegnazione delle singole scrivanie, bensì sulla loro condivisione.
Clean Desk Policy
Si tratta di una direttiva promossa dall’azienda che regola il modo in cui le persone devono lasciare la postazione di lavoro una volta concluse le attività e come devono gestire i documenti, i file e, in generale, i dati sensibili.
Donna stressata dal lavoro
Mercoledì 8 maggio, ore 12:00

Lavorare stanca: come gestire lo stress in azienda

Il caso FINDUS

Quali soluzioni sono più efficaci per promuovere un clima lavorativo sano e stimolante? Ne parleremo con Findus.
Webinar gratuito, posti limitati