Articolo scritto da Demetra Dossi e Vittoria Olivieri.
Avete mai sentito parlare di facilitatore e di tecniche di facilitazione? Il facilitatore in azienda è colui che, attraverso le c.d. tecniche di facilitazione, sostiene e aiuta le interazioni all’interno di un gruppo.
Lavorando sull’ambiente in cui avvengono le interazioni, il facilitatore agisce sulle condizioni che consentono il miglioramento del dialogo e dello scambio.
Potremmo dunque definirlo come un “responsabile del contesto”.
Facilitatore in azienda vs formatore
Attenzione però a non confonderlo con il formatore. Mentre il formatore trasmette conoscenze, competenze e capacità alle persone, il facilitatore in azienda condivide le sue competenze e conoscenze al fine di facilitare la comunicazione e la condivisione.
La facilitazione, dunque, deve essere intesa come uno strumento che permette al gruppo di esternare e condividere idee, pensieri, dubbi, tensioni e conoscenze e che può essere utilizzato anche nei percorsi di formazione.
Facilitatore in azienda: perché è importante
Attraverso l’utilizzo di metodologie di facilitazione è possibile raggiungere obiettivi, didattici e non, in maniera più coinvolgente, valorizzando al massimo il contributo delle persone. Questo permette a ogni partecipante di sentirsi attore protagonista dell’attività e non semplice spettatore passivo.
Ma come può la facilitazione essere utile per un’azienda?
Gli ambiti di applicazione della facilitazione sono diversi e spaziano dalle riunioni ai focus-group, fino ai conflitti manager-collaboratori.
Spesso le organizzazioni ricorrono alla figura del facilitatore in azienda all’interno dei processi di cambiamento degli assetti organizzativi e culturali.
In Workitect, ad esempio, alcuni membri del team hanno seguito una formazione specifica di tecniche di facilitazione, che adottano durante i processi di change management aziendale, per veicolare e agevolare il cambiamento all’interno dell’organizzazione.
Tecniche di facilitazione: la psicologa del lavoro Vittoria Olivieri ci spiega quali sono
Abbiamo già parlato di come la facilitazione sia efficace per controllare e moderare le tensioni e le criticità all’interno di un gruppo di lavoro, gestendo positivamente il dialogo.
Come riporta la nostra psicologa del lavoro Vittoria Olivieri, un pattern vincente su cui basarsi è quello del “Diamond of Partecipation” (diamante della partecipazione) di Sam Kaner. Il diamante del processo decisionale partecipativo per eccellenza, in quanto consente ai facilitatori di sfruttare al meglio l’intelligenza collettiva del team.
In breve, lo schema è il seguente:
- a fronte di una questione aperta il facilitatore in azienda fa spazio al pensiero divergente (creativo, fuori dagli schemi), conosciuto da tutti come “brainstorming”;
- si passa poi alla contemplazione, ovvero la discussione e il dibattito su tutte le idee emerse, senza imporre alcun giudizio;
- infine, con il pensiero convergente, si vanno a selezionare le idee, restringendo la gamma a quelle più fattibile, in base agli indicatori definiti.
La struttura del diamante ci insegna che il pensiero divergente e il pensiero convergente non possono accadere contemporaneamente, poiché interferiscono l’uno con l’altro.
Il facilitatore in azienda, dunque, deve lasciare spazio a entrambi ma separatamente.
Esistono diverse tecniche di facilitazione che, nel corso dell’incontro, il facilitatore in azienda mette in campo. Alcune di quelle che utilizziamo di più in Workitect le seguenti tre.
Facilitazione visiva
La facilitazione visiva consiste nel creare un workshop di facilitazione che stimola al massimo la creatività attraverso l’uso del disegno. Questa tecnica sfrutta il linguaggio visuale per tradurre pensieri, idee e decisioni in immagini, stimolando la collaborazione, l’innovazione e il cambiamento.
Problem Solving Creativo
Questa tecnica di facilitazione è utile per affrontare dei problemi o delle sfide organizzative in modo immaginativo o innovativo. È uno strumento che aiuta le persone a ri-definire il problema in chiave fantasiosa per poi mettere in pratica le idee emerse con lo stesso spirito innovativo.
1-2-4-all
Si tratta di una tecnica di facilitazione usata per coinvolgere ogni partecipante nella ricerca efficace ed efficiente di risposte, idee o proposte. Si apre un dialogo generativo in cui le soluzioni vengono vagliate rapidamente. All’inizio la domanda viene posta al singolo partecipante, il quale inizia successivamente a lavorare in coppia e poi in gruppo, ritornando infine in plenaria con una soluzione, frutto di tutti gli scambi e confronti prodotti.
L’importanza dello spazio fisico
Anche l’ambiente fisico svolge un ruolo fondamentale, non solo per l’ottenimento di una efficace facilitazione, ma anche e sopratutto per qualsiasi incontro professionale.
Provate a pensare a una riunione in un open space: i partecipanti riuscirebbero a confrontarsi senza distrazioni esterne? Oppure pensare a una meeting in cui gli esterni riescono comunque a vedere e ascoltare cosa succede all’interno.
Rendere ergonomico e utile l’ambiente di lavoro è sicuramente un aspetto che facilita i processi lavorativi di tutta l’organizzazione.