Nel recente webinar “I 7 Vizi Capitali dello Smart Working“, gli esperti Andrea Solimene e Luca Brusamolino, insieme a Valentina Marini come moderatrice, hanno condotto una discussione approfondita e provocatoria sui comuni errori e le sfide che le organizzazioni affrontano nell’adozione dello smart working.
La sfida iniziale: definire lo Smart Working
Per comprendere a pieno il mondo dello smart working, i relatori hanno iniziato con una discussione su cosa esso sia veramente. La maggior parte delle persone, infatti, pensa di saperlo, ma spesso ciò che viene chiamato “smart working” è in realtà un’interpretazione superficiale del concetto.
- Lo smart working non è semplicemente “lavorare da casa” in pigiama perché l’ufficio svolge ancora un ruolo fondamentale nell’ecosistema lavorativo.
- Non si limita alla flessibilità ma coinvolge una rivoluzione nell’organizzazione del lavoro, sia all’interno dell’ufficio che a distanza.
- Non è solo una questione di tecnologia ma è una sinergia tra pratiche, strumenti, comportamenti, spazi e tecnologie.
In altre parole, lo smart working è una potente leva per il cambiamento, un rinnovamento del nostro modo di lavorare e collaborare, un’evoluzione organizzativa che fa dialogare persone, processi, spazi e tecnologie.
Ma quali sono i 7 vizi capitali dello Smart Working?
Nel corso del webinar, i relatori hanno messo in luce i sette “peccati capitali” dello smart working, ognuno dei quali rappresenta un ostacolo o un errore comune nell’adozione di questa filosofia. Vediamo quali sono e come ci hanno consigliato di affrontarli:
1. Superbia: l’idea di sapere già tutto può portare all’isolamento. Gli esperti ci consigliano di rimanere aperti all’apprendimento, cercare ispirazione e coinvolgere le persone in un percorso condiviso.
2. Avarizia: Ridurre i budget per l’implementazione dello smart working è un errore costoso. Assegnare risorse adeguate in termini di tempo e denaro, coinvolgendo esperti, è essenziale.
3. Lussuria: La lussuria in questo contesto si traduce in egoismo e interesse personale. Il dibattito dei relatori ci invita a promuovere una visione collettiva e a evitare l’individualismo.
4. Invidia: Invidiare le soluzioni altrui può essere controproducente, per questo è meglio prendere spunto da ciò che funziona altrove piuttosto che invidiare.
5. Gola: In questo contesto, la “gola” riguarda la salute dei dipendenti. Gli esperti mettono in luce l’importanza di preoccuparsi della salute fisica e mentale dei lavoratori e di fornire il supporto necessario.
6. Ira: La resistenza al cambiamento può creare problemi, per questo i relatori ci consigliano di gestire il cambiamento, comunicare chiaramente le aspettative e utilizzare il monitoraggio per migliorare l’adattamento.
7. Accidia: La mancanza d’azione o il fare il minimo possono ostacolare l’adozione dello smart working. Gli esperti ci incoraggiano a esplorare il problema a fondo, anziché accontentarsi di soluzioni superficiali.
Impariamo dai nostri errori
Alla fine del webinar scopriamo di essere tutti peccatori, chi più chi meno. La principale lezione che portiamo a casa è quella di provare ad avere approccio olistico allo smart working come chiave per una transizione efficace, insieme al corretto supporto finanziario e alla costante attenzione al benessere dei dipendenti. Imparare dai “vizi capitali” può aiutarci a evitare gli errori comuni e ad adottare una strategia più intelligente per indirizzare il cambiamento.
Se desideri esplorare ulteriormente questi temi guarda la registrazione completa del webinar!