Il lavoro da Smart a Virtual

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Abbiamo sempre detto che la tecnologia è una leva dello smart working. E se in futuro andassimo oltre la semplice connessione, per un’esperienza di lavoro da remoto ma su un piano diverso dal reale? Stiamo parlando di essere presenti in ufficio ma non fisicamente. 

Partiamo da un antefatto: il 25 marzo 2014 Facebook annunciava di aver acquisito per 2 miliardi di dollari Oculus, emergente azienda nel settore della realtà virtuale.

Mark Zuckerberg presentò l’operazione dichiarando che <<con Oculus c’è la possibilità di creare la piattaforma più social di sempre e cambiare il nostro modo di lavorare, giocare e comunicare>>.

La società, entrata in orbita del colosso californiano, era diventata nota un paio di anni prima, quando aveva brevettato e lanciato sul mercato il suo visore “Rift”. Si tratta di occhiali per la realtà aumentata pensati per i videogiochi, ma potenzialmente impiegabili in molti i campi.

A cosa servisse questa operazione al social network più famoso del mondo potevamo intuirlo, ma lo vediamo adesso: Facebook Spaces. La nuova realtà “aumentata” di Facebook è accessibile adesso proprio grazie a Rift, abbinato alla creazione di un avatar dal proprio profilo.

L’applicazione, oltre a far entrare virtualmente in contatto con i nostri amici, consente di disegnare qualunque oggetto che venga in mente con un pennarello, vedere video a 360°, fare chiamate, sfogliare le foto insieme agli amici come un vecchio album fotografico a casa nostra. Ovviamente, nel mondo del social si utilizza tutto ciò che abbiamo condiviso nella nostra bacheca. 

Ora sarà un gran peccato se a Menlo Park si continuerà a sviluppare innovazioni solo per vendere meglio spazi pubblicitari, però, per quanto ci riguarda, viene naturale chiedersi come sarà utilizzata questa tecnologia nel mondo del lavoro. Già piloti di aerei e capitani di navi vengono addestrati utilizzando la tecnologia di virtual reality (VR), ma quali potrebbero essere i benefici per la vita professionale di tutti noi in azienda? Faremo brainstorming in una meeting room virtuale mentre ci troviamo da tutt’altra parte o visiteremo con il nostro avatar gli uffici, anch’essi virtuali, di una filiale estera!

Oggi sfruttiamo piattaforme piuttosto evolute come Zoom, ma la VR consentirà ai dipendenti di interagire come di persona praticamente. La collaborazione faccia a faccia sarà la stessa, l’unica differenza è che non servirà alcun viaggio per concretizzarla. E questo oltre a far risparmiare molte spese di trasferta ha un’implicazione green, contribuendo alla riduzione dell’inquinamento da emissione di CO2. 

L’impatto e il tratto distintivo superiore della realtà aumentata e virtuale è la sensazione di vivere un’esperienza a distanza con un’altra persona in un ambiente artificiale e reale al solito tempo.

L’elemento sensoriale dell’embodiment fa la differenza e pone in una condizione di vantaggio la tecnologia immersiva nei confronti di smartphone, TV o tablet, sostituibili da ologrammi digitali. Migliorare il senso di presenza è la priorità dell’innovazione di Oculus, come ha dichiarato Zuckerberg, il quale, pur senza nominarlo esplicitamente, sembra intenzionato a pensionare lo smartphone!

Al momento la verità è che si sta palesando un concept di occhiale che sostituirà il cellulare (un visore Rift costa la metà di un iPhone), ma questo device necessita ancora di sperimentazione per sostituire la tecnologia della fotocamera di uno smartphone. Sicuramente, i visori di nuova generazione saranno più leggeri e funzionali, probabilmente in futuro il telefono lo terremo di più in tasca, però da qui a mandarlo in pensione c’è ancora tempo. 

Non dovremo tuttavia aspettare decenni per vedere cosa succederà anche nel mondo del lavoro, questo futuro è già arrivato e le grandi aziende dovranno prenderlo in considerazione alla svelta.

Non a caso, quando Zuckerberg si è espresso a favore di un’estensione dello smart working per i suoi dipendenti, dietro c’è un considerevole investimento su nuove piattaforme online per la gestione del remote working che Facebook vuole testare: Workplace in primis, ma attenzione a Oculus for Business, una piattaforma aziendale che sfrutta la realtà virtuale per aumentare la produttività e la collaborazione sul posto di lavoro. 

La corsa per anticipare il futuro è cominciata ma, come ha detto il regista Werner Herzog in merito alle tecnologie immersive, <<per la prima volta nella Storia l’uomo ha un’invenzione con la quale deve ancora capire bene cosa fare>>.

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Francesco Sani
Giornalista Pubblicista laureato in Sociologia all'Università di Firenze. È Direttore della rivista Firenze Urban Lifestyle e collabora con altri magazine e blog su temi attinenti Cultura, Ambiente e Società. Scrive e ha scritto per L'Espresso, Il Fatto Quotidiano, Smart Working Magazine e Artribune.
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Francesco Sani
Giornalista Pubblicista laureato in Sociologia all'Università di Firenze. È Direttore della rivista Firenze Urban Lifestyle e collabora con altri magazine e blog su temi attinenti Cultura, Ambiente e Società. Scrive e ha scritto per L'Espresso, Il Fatto Quotidiano, Smart Working Magazine e Artribune.