JOB TRIP_#2 Intervista a Valentina Marini

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Ciao Valentina, ti chiedo gentilmente di presentarti e di raccontarmi della tua realtà lavorativa. Di cosa ti occupi? Fai finta di star parlando con un bambino curioso piccolo esploratore alla ricerca del lavoro dei suoi sogni…Cosa gli racconteresti?

Quando ero piccola sognavo di fare la maestra per poter insegnare e non smettere mai di studiare. Negli anni ho rivisto il mio sogno, ma di poco.

Mi sono infatti laureata a Roma in Scienze della Formazione e ho svolto la mia prima esperienza professionale gestendo “HR Academy” – un master in risorse umane destinato a giovani studenti da inserire nel mondo del lavoro.

Oggi sono una Consulente in ambito HR per diverse aziende, svolgo attività di formazione in varie università e business school e mi occupo di progetti manageriali per le imprese del Consorzio ELIS.

La passione per i Social Media e per la ricerca mi spingono da anni a studiare e scrivere per riviste e case editrici, trattando temi legati all’impatto del digitale nel lavoro.

Dal 2017, insieme a Giada Susca, sono Founder e promotrice del progetto di educazione civica digitale “#GalateoLinkedIn” che abbiamo raccontato poi in un libro pubblicato da Giunti Editore nel 2018.

Ho collaborato anche alla stesura del libro “The Human Side of Digital” e recentemente con il Prof. Edoardo Bellafiore ho scritto “DIGITALIANO Pratiche di scrittura quotidiana e professionale.”

Non sono diventata maestra ma, nelle scuole nelle università e nelle aziende, condivido i miei saperi, facilito riflessioni e cerco costantemente di tirare fuori il meglio dalle persone. Alla bambina che ero dico di essere pienamente soddisfatta di questo piccolo cambio di rotta rispetto ai miei sogni!

Quali sono stati gli eventi più significativi della tua carriera? Prova a ripercorrere la tua strada e a raccontarci cosa ti ha portato fino a qui…

Sono una grande sostenitrice della teoria dei puntini di Steve Jobs e spesso nelle aule mi piace ripercorrere con i partecipanti la strada che mi ha portata ad incontrarli, mi guardo indietro in quella affascinante connessione dei punti che creano il disegno.

Qui provo a sintetizzare le tappe più importanti:

All’Università, ero una studentessa molto attiva e partecipe. Qui, tra i tanti convegni sono nate la passione per il tema del “Diversity Management”, che mi ha portata a chiedere la Tesi alla Professoressa Giuditta Alessandrini, e la conoscenza di ELIS tramite la stessa Professoressa, che mi mise alla prova candidandomi come partecipante nel Master “HR Academy”. 

In seguito però decisi di non seguire il master ma di terminare gli esami e fare la Tesi con un progetto in UniCredit che trattava proprio l’argomento del Diversity Management, rispettando inoltre l’impegno di un lavoro stagionale (per anni ho infatti lavorato in attività di ristorazione per vincere la timidezza e comprendere da vicino il lavoro). 

Successivamente, qualche mese dopo aver preso la decisione di non frequentare il master, proprio ELIS mi ha chiamata per un lavoro. Qui il mio percorso lavorativo è durato due anni: sono stata prima tutor e poi responsabile proprio di quel master che non frequentai. Ho inoltre fatto un’esperienza a Londra di qualche mese per specializzarmi su temi di frontiera Digital HR (con focus sul recruiting e la selezione). 

Più tardi, l’ingresso in consulenza in GSO Company è stata l’esperienza dove ho affinato le mie abilità e ho valorizzato la mia figura professionale con competenze di comunicazione e marketing. 

È stato poi il costante studio che mi ha portata ad ideare con Giada Susca, il progetto di educazione civica digitale #GalateoLinkedIn che ad oggi è il progetto che più in assoluto mi ha dato soddisfazione e visibilità, non guadagnandoci direttamente, anzi… Ho perso sonno, attimi di vita personale, ho sacrificato molto. Ciò nonostante, ho (abbiamo) creduto tantissimo nel sogno di “coltivare un mondo digitale migliore”. Vedere aziende piene di partecipanti pronti a contribuire all’idea o una Casa Editrice che ti propone di scrivere un libro, è una gioia immensa, a tratti indescrivibile. Questo ripaga molto di più (forse!).

Ora sono tornata in ELIS perché “certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”. Qui, giorno dopo giorno, contribuisco a diversi progetti, imparo da tante persone e mi metto alla prova perché non c’è giorno in cui faccia la stessa cosa. 

La formazione stessa non è mai uguale, poiché ogni aula è nuova e porta con sé variabili imprevedibili, che non fanno mai sentire un docente nella sua zona di comfort perché, credetemi, quando “si va in scena” anche chi sembra molto sicuro, se ha esperienza, sa che qualche cosa di inaspettato potrà metterlo alla prova, soprattutto oggi che è tutto digitale.

Sintetizzando posso dirti che l’ingrediente fondamentale è stata la proattività, il non aspettare l’occasione ma crearla, facendo del costruttivo e genuino networking. Sfruttare ogni opportunità, con entusiasmo, senza l’esigenza di avere qualcosa indietro. 

Fare networking, dando qualcosa prima di tutto io agli altri come il mio tempo e le mie conoscenze.

La social reputation riveste un’importanza fondamentale nella ricerca del lavoro e nella costruzione di un network proficuo. Prova a metterti nei panni di un giovane: come riuscire a catturare l’attenzione del target scelto, attraverso il Personal Branding? Quali consigli possono risultare utili per sfruttare questo strumento?

Questo è uno dei temi che ho più a cuore. Occuparsi del proprio Personal Branding, e farlo tutta la vita, è fondamentale per tutti, non solo per chi cerca lavoro. Non bisognerebbe quindi mai smettere di farlo.

I consigli potrebbero essere diversi, semplifico con un: non si può fare a meno di LinkedIn e bisogna sempre ragionare bene su cosa si pubblica sugli altri social.

Per essere interessanti su LinkedIn (dove si deve parlare solo di lavoro, e non fare nulla che non si farebbe in un contesto professionale) bisogna condividere contenuti utili e interessanti. Esserci passivamente non serve e non porta ad alcun risultato. In questo social del lavoro è fondamentale (come fosse un “Booking” professionale) ragionare bene sulla rete da costruire, personalizzare sempre le richieste di collegamento, iscriversi nei gruppi professionali, seguire quante più pagine e aziende interessanti per essere aggiornati e avere contenuti da pubblicare e molto altro. Potrebbe sembrare un lavoro e in parte lo è, ma sostituisce delle vecchie attività più tradizionali ma pur sempre importanti (come ad esempio lo studio dei competitor o la conoscenza della propria azienda). 

Il tempo che si investe su LinkedIn determina le nostre occasioni, come del resto ogni altra cosa nella vita. I risultati non accadono, la fortuna è un alibi nel 99% dei casi su cui fa leva soltanto chi non ha spirito di sacrificio. Faccio un esempio più concreto: mandare il CV a tante persone è un’azione non ragionata e non di vero sacrificio. 

Siamo di fronte ad uno scenario in continua trasformazione senza tempo: secondo te, quali sono le opportunità che i giovani devono e possono cogliere da questi continui cambiamenti? Come riuscire a gestirli attivamente?

Per gestirli serve autoimprenditorialità, bisogna essere leader di sé stessi. L’imprenditore non è solo colui che costruisce e gestisce la sua impresa ma anche chi ha nel mindset la percezione della sua vita professionale come fosse la sua azienda, chi si fa carico del suo presente e del suo futuro. 

Non bisogna aspettare l’occasione, si deve essere umili sapendo che da ogni esperienza si può imparare qualcosa: è fondamentale studiare e farlo per tutta la vita perché non ci sono competenze acquisite per sempre. 

E non è proprio vero che non ci sia lavoro, è sicuramente più difficile per chi non ha le idee chiare. Come si suol dire: “Non c’è vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare”. Prima di tutto bisogna chiarire molto bene a sé stessi gli obiettivi, non facendo mai mancare l’ingrediente essenziale della volontà, una parola che purtroppo usiamo sempre meno (aspetto su cui riflettevo proprio tempo fa con la mia coach Gaia Corazza).

Adesso ti propongo di lasciare questa rubrica con un consiglio, in risposta a qualcosa che non ho avuto modo di chiederti, o un augurio per i giovani che si affacciano a questo mondo lavorativo in progress…

Scelgo parole non mie. Sono una professionista affascinata dalle emozioni e quello che mi trasmette Itaca è sicuramente più potente di qualsiasi mio consiglio:

Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga,
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sarà questo il genere di incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,
né nell’irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l’anima non te li mette contro.
Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d’estate siano tanti
quando nei porti (finalmente e con che gioia)
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d’ogni sorta; più profumi inebrianti che puoi,
va in molte città egizie
impara una quantità di cose dai dotti.
Sempre devi avere in mente Itaca
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull’isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
sulla strada: che cos’altro ti aspetti?
E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.

Konstantinos Kavafis

Leggi la precedente intervista di Job Trip a Luca Solari.
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