Evento organizzato da RWA Consulting – da BenessereOrganizzativo – Este
È passato un anno dall’entrata in vigore della legge sullo Smart working e il lavoro agile continua a diffondersi. Ma avviene solo nelle grandi aziende? Dal punto di vista di Rwa Consulting, anche le PMI stanno muovendo passi significativi in questa direzione e non è loro preclusa la possibilità di avviare progetti di successo.
Proprio su questo aspetto si è concentrato il terzo evento della serie “A ciascuno il suoSmart working“, occasione per comprendere cosa significa portare lo Smart working all’interno di aziende fra loro molto differenti, indagando punti di attenzione e leve strategiche da utilizzare.
Secondo Emanuele Lazzarini, General Manager di Rwa Consulting, è fondamentale promuovere lo Smart working credendoci davvero e non semplicemente per moda: “Occorre ribaltare la relazione successo-felicità, consapevoli che se le persone sono felici avranno più possibilità di avere successo”.
Prevedere le risorse e disegnare gli ambienti
![](https://www.workitect.it/wp-content/uploads/2019/08/0-55.jpeg)
Sul fronte della progettazione degli ambienti di lavoro, Luca Brusamolino, CEO & Founder di Workitect, ha condiviso alcune riflessioni su come gli uffici si sono trasformati nel corso del Novecento, veicolando di volta in volta modelli organizzativi differenti: ovvero, come cambia il design dell’organizzazione.
Brusamolino è infatti convinto che oggi più che mai è fondamentale per le aziende che intendono garantirsi elevati livelli di engagement e performance, investire nella creazione di spazi di lavoro che promuovano il benessere dei dipendenti partendo dall’attenzione per alcune variabili fondamentali, tra cui il comfort acustico, l’ergonomia, le fonti luminose e il microclima.
Per affrontare anche gli aspetti più pratici legati all’introduzione dello Smart working, ha giocato un ruolo di rilievo Alessandro De Felice, Partner dello Studio Ti Con Zero: l’ente di formazione, accreditato presso la Regione Lombardia e presso i principali Fondi interprofessionali, vanta un’esperienza di oltre 10 anni che mette a disposizione delle imprese per descrivere l’intero iter di reperimento dei fondi per la formazione finanziata e accompagnarle nell’intricato sentiero.
Il compito di ripercorrere questo primo anno trascorso dall’entrata in vigore della Legge 81/2017sullo Smart working è spettato a Donatella Cungi, Partner dello Studio Toffoletto De Luca Tamajo e soci: un bilancio di quanto è stato fatto e quanto ancora c’è da fare, di quali sono gli aspetti normativi più delicati a cui prestare maggiore attenzione per non farsi trovare impreparati.
Smart working per rendere felici dipendenti e organizzazione
Emblematica di come la possibilità di attuare piani di Smart working non sia preclusa neanche a realtà di piccole dimensioni è stata la testimonianza di Angelica Villa, Happiness Manager di BASE Milano: un job title che già da solo racconta di un’impresa sociale milanese che si discosta dalla mentalità dominante, mettendo al primo posto proprio la ‘felicità’ dei propri dipendenti. Si tratta di fatto di un progetto d’innovazione e contaminazione culturale tra arti, imprese, tecnologia e welfare, per sostenere il ruolo di Milano tra le grandi capitali della produzione creativa.
Il compito poteva sembrare oltremodo arduo per un’organizzazione composta da 12 persone, senza una funzione Risorse Umane, con un organigramma molto fluido e ad alto livello di flessibilità organizzativa. Se la destrutturazione dei ruoli rappresentava senza dubbio un punto di forza per l’implementazione dello Smart working, dall’altra parte occorreva fissare limiti e creare consapevolezza dei benefici del progetto da parte del CEO.
È servita così una decisa spinta dal basso e il lavoro di Rwa Consulting che, dopo la sperimentazione nella settimana del lavoro agile organizzata dal Comune di Milano, ha organizzato “dialoghi ispirazionali”, per stimolare il confronto, creare consapevolezza nell’intera organizzazione e al tempo stesso realizzare opportunità di autoformazione. A partire dalle riflessioni sullo Smart working, si sono poi aperti scenari di più ampio orizzonte riguardo a dinamiche HR e organizzative che hanno portato a macro-progetti innovativi.
Il progetto pilota, iniziato a metà marzo 2018 e di cui è previsto il termine a fine dicembre dello stesso anno, consente tre giornate al mese di Smart working (frazionabili in mezze giornate) e non più di due giorni nella stessa settimana. Interessante notare che già in questa prima fase si è verificato un “paradosso del cantiere”: persino il Responsabile Cantiere, per eccellenza il più legato allo spazio di lavoro per le contingenze del ruolo, è riuscito a organizzare i propri incarichi per usufruire delle giornate di Smart working, a dimostrazione del fatto che non esistono funzioni a cui sia precluso. Anche la possibilità di lavorare in un luogo differente dall’ufficio ha spalancato occasioni di contaminazione, incentivando l’utilizzo di spazi di coworking con cui attivare network di interesse per le attività stesse di BASE. La direzione per la ‘felicità’ sembra quella giusta.