Oltre agli aspetti sanitari, le limitazioni imposte dal lockdown hanno avuto un impatto significativo anche sull’esperienza relazionale e organizzativa dei lavoratori.
L’uso massiccio dello smart working al posto del tradizionale lavoro in ufficio ha comportato il passaggio dalla formazione in aula – dove tutti si ritrovavano fisicamente all’interno dello stesso spazio – alla FAD (formazione a distanza), che necessita solo di una connessione e di un dispositivo.
Che fine hanno fatto i team building nel “new normal”?
Anche i team building, per non estinguersi, si sono dovuti adeguare alla versione virtuale.
Oggi si parla sempre più spesso dei Virtual Team Building: team building a tutti gli effetti, realizzati da remoto, che sfruttano le piattaforme online.
Una nuova normalità che però deve fare i conti con una grande contraddizione ambientale: se la parola “team” ci fa subito venire in mente qualcosa di “fisico” e “in presenza”, nel Virtual Team Building ogni partecipazione è, di fatto, solo, fisicamente lontano dai colleghi.
Nei team building in presenza spesso basta un’attività insieme per animare i partecipanti. Qui invece il focus cambia: il modello protagonista diventa “le parti al servizio del tutto”.
Ogni esercitazione o sotto-obiettivo raggiunto da un singolo o da un piccolo gruppo deve contribuire allo scopo finale del gruppo nella sua interezza. È quindi necessario sottolineare il contributo del singolo o del team in rapporto all’obiettivo generale del processo.
Questo modello, dunque, rappresenta il filo conduttore per ottenere un Virtual Team Building di successo.
Senza la giusta enfasi data a questo valore, le attività (e la loro efficacia) rischiano di risultare meno potenti rispetto a quelle in presenza.
5 esempi di virtual team building di successo
Team building tradizionali e Virtual Team Building rappresentano modelli formativi ciascuno con pregi e difetti e con proprie difficoltà di realizzazione.
Lo scopo di questo articolo non è valutare quale delle due modalità sia più efficace, ma offrire degli esempi concreti ed elencare i requisiti necessari a rendere più efficaci i lavori di team building a distanza.
Qui di seguito ho elencato i 5 esempi che ritengo essere tra i più rilevanti, tratti dai consigli di Davide Montermini, psicologo delle organizzazioni e esperto di cambiamento.
Caccia al tesoro
Prendendo spunto dalle varie riviste di enigmistica, bisogna affrontare e superare un percorso a squadre su base competitiva, coniugando indovinelli e rebus a domande di cultura generale. È importante che il tutto confluisca verso un cruciverba finale che si possa realizzare esclusivamente grazie ai risultati di tutte le squadre.
Registi per un giorno
Il team deve progettare e realizzare un cortometraggio. I partecipanti dovranno quindi collaborare nella ideazione e creazione del progetto, scegliendo i contenuti e predisponendo lo storyboard. I membri dovranno poi effettuare le riprese, ciascuno con il proprio smartphone, per poi montare e condividere il lavoro finale.
Breakout rooms
Esistono piattaforme che offrono la possibilità di “spostare” i partecipanti all’interno di stanze autonome, dove possono svolgere parte delle attività in sottogruppi. Esse permettono, oltre al funzionamento stesso del programma, di dare a ogni partecipante la giusta responsabilità e quel giusto coinvolgimento che la modalità in gruppo esteso non consente.
Modalità online e offline
Il contatto con il “fare”, con l’”operativo” e il “pratico” deve rimanere come ultimo baluardo del mondo in presenza. Per questo è opportuno far realizzare ai partecipanti qualcosa di materiale, che rimanga a loro come ricordo dell’esperienza.
Partire e concludere con le emozioni
Non potendo contare sul contatto umano e i benefici che già di per sé esso produce nelle relazioni, diventa vitale mettere in rilievo il fattore emozionale: nel “freddo” delle connessioni web è opportuno partire “caldi”, con qualcosa che parli del vissuto dei partecipanti (come la descrizione di una propria foto da giovani) e concludere ravvivando l’emozione, magari con un’immagine evocativa della mission aziendale e dei principi guida che le appartengono.
A prescindere dal modello utilizzato, dai compiti assegnati ai partecipanti o dai requisiti prescelti, l’obiettivo finale rimane sempre quello: migliorare le relazioni tra le persone, sia che si parli di Team Building sia che si parli di Virtual Team Building.