Decreto lavoro: avanti o indietro?

Indice dei contenuti

Ecco, a lettura conclusa non ho scoperto il “colpevole”, anche se ciò che ho letto non è stato un avvincente racconto noir. Il testo mi è sembrato a tratti un po’ ridondante, anche se riconosco che alcuni spunti erano interessanti. Il tutto condito da una trama piuttosto intricata, ma senza troppi colpi di scena.

Non sto parlando dell’ultimo best seller, ma del Decreto lavoro fresco di stampa sulla Gazzetta Ufficiale e che ultimamente sta accompagnando le giornate (e anche qualche nottata) di noi giuslavoristi.

Come succede ogni lunedì nei Bar dello sport a seguito delle liturgiche partite domenicali, anche a noi giuslavoristi piace commentare il “risultato” del testo e – esattamente come succede per il calcio – non c’è un commentatore che sia d’accordo con l’altro, pur essendo tutti visceralmente convinti di essere dei Gianni Brera del diritto del lavoro.

Ho sentito per i corridoi dei Tribunali, in rinomate aule dedicate a pomposi congressi così come in alcune direzioni HR, accese discussioni tra coloro che reputano l’intervento salvifico quanto un digestivo dopo il pranzo di Natale e altri che gridano al disastro, ritenendo che questo provvedimento possa essere inserito tra le dieci piaghe d’Egitto di biblica memoria, ed esattamente tra la tramutazione dell’acqua in sangue e l’invasione delle locuste.

In questo caso, forse più che in altri – nel bene o nel male – i giudizi sono anche influenzati dalle diverse appartenenze politiche di ciascuno di noi, essendo il Governo attuale molto più “politico” rispetto a Governi sostanzialmente tecnici precedenti.

Incuriosito da questa problematica, mi sono messo anch’io a “studiare” il Decreto lavoro cercando di non leggere il testo con un’ottica manichea, ma spinto da una sana curiosità di aristotelica memoria.

La sensazione, o meglio il “retrogusto” che rimane dopo la vorace lettura, è strano e un po’ diverso a seconda degli argomenti.

Sui contratti a termine mi sembra un ritorno all’Ancien Régime. Così come il Congresso di Vienna, dopo gli anni della Rivoluzione francese, tentò la cd. “restaurazione” rimettendo sui vari troni d’Europa, un po’ di qua e un po’ di là, aristocratici e regnanti (almeno quelli che nel frattempo non erano stati ghigliottinati), il Decreto Lavoro ci ha sostanzialmente portati indietro di una ventina d’anni, al tempo in cui imperversavano le “esigenze tecniche, produttive e organizzative” quali causali giustificatrici dei contratti a termine (oggi per quelli oltre i 12 mesi e fino ai 24).

La “fantasia” per definire queste causali sarà, come già è accaduto in passato, pari a quella che Mary Shelley impiegò per scrivere Frankenstein (che poi, se uno ci pensa bene, è un vero romanzo fantascientifico).

E come da bambino mi faceva paura Frankenstein (che poi ho capito essere il simbolo dello sviluppo tecnologico), così oggi ci minaccia la tentazione di identificarci pericolosamente in moderni Prometei (sottotitolo del romanzo scelto proprio dalla Shelley) convinti di poter fare tecnicamente qualsiasi cosa per porre un “termine” ai rapporti di lavoro.

Ecco, proponendo le “nuove” (anzi vecchie) causali dovremmo cercare di non ritrovarci come Prometeo che, nonostante la sua intelligenza, finì incatenato a una rupe, nudo, prima di sprofondare nel Tartaro.

Per evitare tutto questo e per affrontare anche gli altri delicati argomenti oggetto del Decreto lavoro – tra cui i nuovi incentivi per i datori di lavoro che assumono, la revisione delle regole di trasparenza dei contratti di lavoro, l’intervento sul cuneo fiscale, la nuova disciplina sui fringe benefit e sulle prestazioni occasionali in alcuni specifici settori, oltre al tanto discusso “assegno per l’inclusione” – abbiamo deciso, insieme a Luca Brusamolino, di organizzare un Webinar nella ormai consueta forma del Q&A per offrire soluzioni operative utili a dirimere il marasma di domande e di dubbi che stiamo affrontando.

Il webinar si terrà il 27 giugno alle 16.30 e questo è il link per iscriversi.

Vi aspettiamo.

Picture of Sergio Alberto Codella
Sergio Alberto Codella
Avvocato da sempre interessato al diritto del lavoro, della previdenza sociale e sindacale. Da circa vent’anni svolge attività di natura giudiziale e consulenziale in favore di società e manager. É segretario generale della AIDR Associazione Italian Digital Revolution.
Picture of Sergio Alberto Codella
Sergio Alberto Codella
Avvocato da sempre interessato al diritto del lavoro, della previdenza sociale e sindacale. Da circa vent’anni svolge attività di natura giudiziale e consulenziale in favore di società e manager. É segretario generale della AIDR Associazione Italian Digital Revolution.
Categorie
Scarica le nostre guide gratuite
Desk Sharing
Desk sharing significa letteralmente condivisione
della scrivania
.
Si tratta di un’organizzazione delle postazioni dell’ufficio non più basata sull’assegnazione delle singole scrivanie, bensì sulla loro condivisione.
Clean Desk Policy
Si tratta di una direttiva promossa dall’azienda che regola il modo in cui le persone devono lasciare la postazione di lavoro una volta concluse le attività e come devono gestire i documenti, i file e, in generale, i dati sensibili.
Donna stressata dal lavoro
Mercoledì 8 maggio, ore 12:00

Lavorare stanca: come gestire lo stress in azienda

Il caso FINDUS

Quali soluzioni sono più efficaci per promuovere un clima lavorativo sano e stimolante? Ne parleremo con Findus.
Webinar gratuito, posti limitati