12 idee per il tuo ufficio in casa

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Gerardo Antonelli intervista Simone Casella per Starbene

Complice il lockdown, milioni di italiani hanno scoperto il lavoro agile. Una formula che presenta pro e contro: al risparmio da parte di dipendenti e aziende rispondono le difficoltà legate alla necessità di ricavare a casa un’area di lavoro funzionale, che assicuri lo spazio per operare senza mettere a rischio la propria salute e impedisca di assumere posture scorrette.

Proprio per questo abbiamo chiesto a Simone Casella, architetto, designer specializzato nella progettazione di uffici e cofondatore di Workitect (workitect.it) a Milano, quali indicazioni seguire per rendere confortevole ed efficiente il tuo “angolo-ufficio” casalingo.

La sedia

Regola l’altezza con un cuscino

«Chi deve lavorare per 8 ore da casa ha bisogno di una sedia dotata di supporto lombare, una seduta morbida, altezza e braccioli regolabili», suggerisce l’architetto Simone Casella.

Se però non ne hai una da ufficio, come intervenire? «Per quanto riguarda il supporto lombare puoi posizionare una bottiglietta d’acqua da mezzo litro, vuota, con il tappo un po’ svitato, sopra al coccige. Per regolarne l’altezza e renderla più comoda, invece, è possibile sistemare dei cuscini sulla seduta: una soluzione che, oltre a migliorare il comfort, consente di assumere la posizione ideale quando il tavolo è troppo alto (cioè con gli avambracci in appoggio sulla superficie del piano di lavoro che formano un angolo di 90° con le spalle).

Chi ha una statura poco elevata e, nel caso, non riesce a toccare il pavimento con i piedi, può utilizzare una pe- dana, meglio se oscillante, che permette anche di fare un po’ di esercizio alla scrivania e migliorare la circolazione», continua l’esperto. E per quanto riguarda i braccioli? «Se lavori alla scrivania mantenendo un’angolazione corretta fra braccia e tavolo non servono», aggiunge l’esperto.

La lampada da tavolo

Sceglila con un diverse, moltissime hanno una luce a braccio orientabile

«Se lavori in una stanza dove i punti luce non ombreggiano la scrivania e che gode di un’illuminazione sufficiente per leggere, scrivere e vedere la tastiera in modo chiaro, puoi anche farne a meno.

La sala da pranzo, per esempio, di solito è un ambiente ben illuminato», afferma l’architetto. «Ma se per stare più tranquilla hai scelto la camera da letto e hai la scrivania rivolta contro il muro, con il punto luce al centro del soffitto, rischi di farti ombra. Perciò occorre integrare l’illuminazione con una lampada da tavolo.

Le migliori sono quelle concepite per il lavoro: hanno un braccio che permette di orientare la luce in corrispondenza della tastiera e della zona dove scrivi e prendi note. In commercio ce ne sono diverse, moltissime hanno una luce a led e permettono di regolarne l’intensità.

Comode per lavorare di notte, sono particolarmente utili per chi ha qualche anno in più poiché mano a mano che l’età avanza c’è bisogno di una luce maggiormente intensa. Per le tonalità di colore, invece, non ci sono indicazioni particolari e la scelta si basa sui gusti personali», spiega Simone Casella. Poi, una volta scelta la lampada, va posizionata in modo corretto: «Deve essere sistemata sul lato della scrivania opposto a quello del braccio dominante», continua l’esperto.

Meglio evitare, invece, le classiche abat jour con il cappello in tela: «In genere emettono una luce diffusa abbastanza blanda e hanno una lampadina con un voltaggio troppo basso, che porta a sforzare la vista», conclude Casella.

La zona verde

Fai spazio alla natura

Non dimenticare il lato green del tuo angolo di lavoro: «Il contatto con il verde e la natura è fondamentale per ridurre lo stress e migliorare le performance professionali.

Inoltre, le piante purificano l’aria da elementi nocivi presenti nelle case così come negli uffici», chiarisce l’architetto Simone Casella, che suggerisce la felce, il ficus, lo spatifillo, la sansevieria e la dracena.

Mai senza cuffie

Durante le riunioni in modalità call ricorda di indossare un paio di cuffie: «Ti aiutano a sentire e a farti sentire meglio. In più eliminano quel riverbero fastidioso che, talvolta, si crea all’interno della stanza e scremano i rumori di fondo dovuti, per esempio, ai bambini o a una finestra aperta», spiega Simone Casella.

La buona notizia: non serve per forza un modello super professionale. «Gli auricolari che utilizzi per lo smartphone sono già sufficienti», aggiunge l’esperto.

La stampante

«Personalmente è da eliminare poiché non rispecchia i concetti dello smart working. In alternativa, ci sono strumenti di condivisione dei documenti su cloud che consentono di revisionare e commentare i file in tempo reale a tutti gli utenti che ne hanno accesso.

I software e le piattaforme che lo permettono sono diversi. Office 365 e G Suite, per esempio, gestiscono dai file di testo, alle tabelle, alle presentazioni. Inoltre, avere una stampante rappresenta un costo extra che non è detto dobbiamo sostenere», suggerisce Simone Casella.

La scrivania

Meglio in legno e che non sia troppo riflettente o scura

«Le scrivanie utilizzate in ufficio hanno un range di altezza che corrisponde a 74 cm + o – 2 cm. Si tratta della misura ideale ma molto probabilmente, lavorando a casa, potresti ritrovarti a sfruttare il tavolo che hai in cucina o in sala da pranzo, che generalmente è più alto», spiega Simone Casella. Inoltre, occorre tenere conto anche di altri parametri: «Una larghezza superiore al metro può già bastare, l’ideale sarebbero 120 cm. Abitualmente i tavoli che abbiamo in casa non hanno problemi di questo tipo», tranquillizza l’architetto.

Per quanto riguarda la profondità, invece, molto dipende dal tipo di monitor utilizzato: «Se si usa un laptop, per esempio, sono sufficienti 60 cm. Nel caso di uno schermo più ampio, da circa 26-27 pollici, potrebbero essere necessari 80 cm», continua Casella.

Infine, attenzione anche al materiale: «Occorre che sia poco riflettente, quindi sono sconsigliabili superfici di vetro o marmo eccessivamente lucido. È preferibile, invece, orientarsi su soluzioni naturali come il legno, che non sia né troppo riflettente, come un laminato chiaro, né particolarmente scuro, perché potrebbe “assorbire” parecchia luce. Se però non ci sono alternative si può coprire la superficie con una tovaglia di colore bianco, che aiuta a non affaticare la vista», aggiunge l’esperto.

Sì al lavoro in piedi, ma servono le misure giuste

Alternare il lavoro in piedi è un’ottima soluzione, ma attuarla non è semplice: «Per mantenere una postura corretta occorre un piano che sia alto da 100 a 110 cm circa ed è difficile trovare superfici che abbiano un’altezza simile.

Il piano della cucina, per esempio, è certamente fra i più elevati in un appartamento ma, di solito, è alto circa 90 cm», spiega Casella. L’alternativa, in questo caso potrebbe essere sfruttare il piano di uno scaffale e attrezzarlo con tutti i dispositivi necessari per lo smartworking.

Luce naturale

Sistemati di fianco a una finestra

Avere una buona illuminazione è un fattore fondamentale per lavorare al meglio, anche se quando lo fai a casa. «La luce deve essere il più naturale possibile ed è importante che la scrivania oppure il tavolo siano posizionati di lato a una finestra: per chi è destrimano meglio che sia sulla sinistra, mentre per i mancini è preferibile sulla destra», afferma l’architetto Simone Casella.

«Averla di fronte può anche essere utile durante le call, ma costringe a lavorare controluce. Mentre tenerla alle spalle potrebbe causare un abbagliamento: due fattori che possono affaticare la vista».

Monitor

Attenzione all’altezza

«Quando lavori al computer, la cornice alta dello schermo deve trovarsi all’altezza degli occhi. Questa posizione permette di evitare di chinare la testa verso il basso, postura che può causare dolori a carico di collo e schiena», afferma l’architetto. Una regola difficile da rispettare per chi usa il notebook.

Che fare? «Se utilzzi il laptop per più di 2 giorni a settimana suggerisco di collegarlo a un monitor supplementare più grande. In alternativa, puoi posizionare il notebook su una pila di libri, per portare lo schermo all’altezza corretta; anche in questo caso è fondamentale dotarsi di alcuni dispositivi supplementari, come una tastiera e un mouse wireless o bluetooth.

Entrambe le soluzioni aiutano pure a tenere la corretta distanza dallo schermo, che nel caso del laptop è di circa 60 cm», precisa Casella.

Smartphone: solo per telefonare

Il cellulare ci consente di essere “connessi” ovunque: «È uno strumento fondamentale per gestire le telefonate da casa come in ufficio, ma non è quello migliore per lavorare. Oltre a essere piccolo e scomodo, obbliga a una posizione scorretta che, se mantenuta per molto tempo, potrebbe causare problemi. Inoltre, è una fonte di distrazione: le varie notifiche, in primis quelle delle app di messaggistica istantanea e social, possono provocare una perdita della concentrazione», avverte l’architetto Casella.

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Simone Casella
Architetto e co-founder di Workitect, dal 2010 si occupa di progettazione di spazi ufficio per aziende multinazionali in Italia e all'estero come Panasonic, Gellify, Fondazione Telethon e Thales Alenia Space.
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Simone Casella
Architetto e co-founder di Workitect, dal 2010 si occupa di progettazione di spazi ufficio per aziende multinazionali in Italia e all'estero come Panasonic, Gellify, Fondazione Telethon e Thales Alenia Space.
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