“Paisà”: lavorare da remoto, vivere in comunità

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Il progetto Paisà riguarda l’idea di un network di coliving – il primo aprirà in Italia – ma soprattutto la fondazione di un luogo eccezionale dal punto di vista del benessere per gli smart workers.

La remotizzazione del lavoro ha creato un nuovo turismo esperienziale per persone in workation, ma l’offerta attuale non risponde al target, così la nuova proposta è un deep work per il “cittadino temporaneo”, un progetto che vuole legarsi alla riscoperta del territorio italiano e al vivere delle esperienze.

Ideato da Samuel Lo Gioco – speaker, formatore e fondatore del format Smart Working Day – e Giovanni Pozza – uno dei maggiori esperti al mondo di felicità al lavoro ed employee experience – in una concezione estesa di workation, ha uno slogan che è tutto un programma: work remotely, live together.

Per il blog OFF ho intervistato Samuel per capire meglio di cosa si tratta.

Samuel puoi presentarci brevemente Paisà?

Per presentarlo bisogna prima fare una premessa, lo scenario in cui si inserisce Paisà è la nuova era digitale in cui il lavoro da remoto è sempre più richiesto e apprezzato, sia dai lavoratori che dalle aziende.

Le persone sono più esigenti nella ricerca e richiesta di spazi funzionali al ritrovamento del benessere, luoghi in cui sia possibile lavorare efficientemente in comunità sane e genuine. In questo i borghi – dove pure si salvaguardia la cultura culinaria mediterranea – rendono l’Italia un paese unico. 

Tornare a vivere in quelle zone rurali, caratterizzate da una cultura autentica, è quello che gli smart worker vorrebbero provare? 

Guardando al futuro, possiamo vedere una nuova categoria di ospite, quella del “cittadino temporaneo”: chi, operando da remoto, è alla ricerca di opportunità soggiorno a breve e lungo termine in situazioni che abbinano le comodità della casa a quelle dell’ufficio. La costante crescita e l’aumento di popolarità dello smart working ha aperto a una platea sempre maggiore la possibilità di viaggiare e lavorare. 

Paisà si presenterà come luoghi pensati per coloro che lavorano a distanza e vogliono migliorare la propria qualità di vita. Sarà un network di coliving, dislocati nel territorio nazionale in destinazioni rurali e paesaggistiche, che riporteranno alla luce la bellezza di quell’Italia dimenticata dall’urbanizzazione.

Non a caso il nome scelto dal progetto rimanda a una parola che in siciliano, come pure in spagnolo, significa paesano. Quindi focalizzato sui borghi, i custodi della cultura autentica che rende il nostro Belpaese il luogo più per vivere, dove tornerà lavoro e ricaduta economica grazie al “nuovo cittadino temporaneo”. Per il momento non vi svelo la prima località del network Paisà, ma è un borgo del Sud. 

Secondo l’Organizzazione Mondiale del Turismo delle Nazioni Unite, il mercato del “turismo esperienziale” aumenterà del 57% entro il 2030… 

Non a caso le attività esperienziali costituiscono in gran parte la motivazione stessa che spinge le persone a viaggiare. Inoltre due fenomeni sono emersi in questi ultimi tempi. Da una parte la tecnologia ha subìto una forte accelerazione durante la pandemia, permettendo di fare tutto il lavoro d’ufficio al di fuori da esso. Dall’altra c’è un ritorno nell’investimento immobiliare nei borghi. I territori per decenni e fino allo scoppio della pandemia sanitaria hanno sofferto il progressivo spopolamento, a vantaggio delle città che offrivano servizi, esperienze ed intrattenimenti. Ma il fenomeno si sta invertendo.

D’altronde, l’aumento di popolarità dello smart working ha aperto a una platea sempre maggiore la possibilità di viaggiare e lavorare. Lo scenario attuale è quello di aziende più sensibili sulle esigenze di worklife balance dei loro collaboratori, ma con difficoltà a guidarli nel trovare questo equilibrio. Allo stesso modo, è indubbio che i manager che operano da remoto sono abituati a collaborare con persone anch’essi in remote working.

Oggi il 32% dei lavoratori nel mondo è un remote worker – il 44% viaggia mentre lavora – e nel complesso si stimano un miliardo di nomadi digitali al 2030.

Paisà si inserisce in questo scenario offrendo un ambiente di socialità e coworking legato al territorio che lo ospita. Basato sulla valorizzazione dei borghi, la sostenibilità ambientale e la vacanza-lavoro mentre si vive in connessione, sarà uno spazio in armonia con l’arte e la cultura locale. 

Riassumendo, cosa troveremo nello specifico con Paisà?

Paisà vuole pure promuovere la cultura culinaria, negli ambienti di coliving sarà possibile esplorare la cucina del territorio, gustando i sapori che caratterizzano il luogo con prodotti a kmZero. Ultimo, ma non per ultimo, Paisà sarà anche svago e le persone lo sceglieranno per le esperienze che qui potrà vivere.

Lo smart worker troverà team building esperienziali per organizzazioni, corsi di mindfulness, yoga, meditazione, business terapy, mentorship, formazione professionale, corsi di cucina, sport outdoor e scoperta del luogo: degustazioni, visite outdoor, bike, trekking, gite a cavallo, e molto altro ancora.

Paisà – orientato alla storia, alla natura e ai borghi italiani – intercetta un nuovo settore del welfare aziendale, offrendo la possibilità di lavorare in un ambiente stimolante e fare esperienze in socialità

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Francesco Sani
Giornalista Pubblicista laureato in Sociologia all'Università di Firenze. È Direttore della rivista Firenze Urban Lifestyle e collabora con altri magazine e blog su temi attinenti Cultura, Ambiente e Società. Scrive e ha scritto per Il Fatto Quotidiano, Smart Working Magazine e Artribune.
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Francesco Sani
Giornalista Pubblicista laureato in Sociologia all'Università di Firenze. È Direttore della rivista Firenze Urban Lifestyle e collabora con altri magazine e blog su temi attinenti Cultura, Ambiente e Società. Scrive e ha scritto per Il Fatto Quotidiano, Smart Working Magazine e Artribune.
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