Se non sei felice del tuo lavoro, segui il metodo ikigai

Indice dei contenuti

Non ti piace il tuo lavoro? Direi che sei in buona compagnia: secondo il Global Talent Trends
2022/23 del Mercer, quasi la metà dei lavoratori del mondo non fa il lavoro che desidera.
Fin da piccoli ci viene chiesto “Cosa vuoi fare da grande?”, cresciamo immaginando un nostro
posto nel mondo degli adulti, negli anni degli studi le nostre ambizioni ci tengono motivati, eppure
il futuro che avevamo sognato non è mai come ce lo aspettavamo.
Ho scelto il percorso giusto? E se avessi fatto altro? Perché sono qui? Un’altra persona avrebbe
potuto ricavare di meglio dal mio percorso?


Sai una cosa? Perseverare in una strada che senti come non tua non è mai una buona idea. Questo
perché quello che fai per otto ore al giorno finisce per diventare parte della tua identità. Lavorare
stanca
è il titolo di una raccolta di Cesare Pavese, e una verità indiscutibile. Lavorare in un modo
che non ti piace, in un ambiente che non senti tuo, con collaboratori con cui non senti compatibilità
non solo stanca il doppio, ma aumenta il rischio di burnout.

Come puoi ottenere buoni risultati se lavori in burnout?


A volte, però, ci aggrappiamo a una strada che non sentiamo come nostra perché diventa la nostra
comfort- zone e, avendo paura di sbagliare una seconda volta, rimaniamo lì dove siamo. È come
avere una gabbia grande come il mondo, ma scegliere di rimanere fermi in un metro quadro
perché, per quanto non ci piaccia, quello è il metro quadro che conosciamo bene e dove
cadiamo sul morbido.


Ti riconosci in questa descrizione? È perché non hai ancora trovato il motivo per cui vivere!
L’affermazione ti sembrerà un po’ drammatica, ma è così. Ancora una volta in questa rubrica, la
cultura giapponese viene in nostro soccorso. In giapponese esiste una parola, ikigai, che significa letteralmente “motivo per cui vivere”. La parola è un composto di iki, ossia vivere, e gai, ragione.
Secondo la credenza giapponese, ognuno di noi ha il proprio ikigai e veniamo al mondo con la missione di trovarlo e orientare la nostra vita verso questo.

Sì, bello ma… come faccio a trovare il senso per cui vivo?
Trovare il proprio ikigai non è per niente semplice, richiede un grande lavoro di introspezione.
Quello che facciamo della nostra vita è quasi sempre la conseguenza di un concatenarsi di scelte che
abbiamo preso negli anni, come gli studi, gli amici, gli sport, le esperienze di lavoro. Siamo finiti a
fare un qualcosa credendo che fosse quello per cui siamo portati, ma in realtà è stata la catena di
scelte che abbiamo fatto in precedenza che ci ha condotti nel posto che occupiamo e, se siamo
fortunati, ci sta benone.

Com’è possibile orientare la nostra vita in maniera più attiva?
Secondo la tradizione, la ricerca dell’ikigai si fonda su cinque pilastri fondamentali.
I popoli asiatici sono conosciuti per essere introspettivi e spirituali. L’ikigai, infatti, non è
strettamente legato alla propria posizione lavorativa. Noi occidentali, tipicamente, riponiamo nel
lavoro un significato diverso, diventa parte della nostra identità. In Giappone, i pilastri in cui si
manifesta l’ikigai sono tutti legati ai piccoli piaceri e alla propria interiorità, e non alla missione di
vita intesa strettamente come un’attività.

I cinque pilastri, infatti, sono:

  1. Osservare le piccole cose,
  2. Dimenticarsi di sé stessi,
  3. Cercare l’armonia con la terra,
  4. Gioire per le piccolezze del quotidiano,
  5. Essere nel qui ed ora

    L’ikigai può essere tipicamente fare giardinaggio o meditare.
    Tutto qui? Ti aspettavi di arrivare in fondo e capire come cercare il tuo vero talento e invece hai
    letto che fare giardinaggio ti fa bene?

    Beh… sì e no. C’è un metodo per applicare la ricerca dell’ikigai in un senso più ampio.
    Noi occidentali abbiamo preso in prestito dal Giappone la tradizione e l’abbiamo reinterpretata a
    modo nostro. Abbiamo rielaborato la faccenda per renderla utile a capire qual è il percorso
    professionale per cui siamo nati.


    Come funziona l’ikigai all’occidentale?
    Se digiti ikigai su google, ci sono decine di test dell’ikigai per trovare il tuo vero orientamento nella
    vita, come questo. Il contro di tutti questi test è che sono spropositatamente lunghi – e beh, d’altronde si tratta di capire qual è la tua missione nell’universo, mica storie.
    Il principio a cui si attiene lo schema dell’ikigai occidentale è quello del diagramma di Eulero Venn
    con i cerchi che si intersecano. Immagina un diagramma di Venn con quattro cerchi. In ogni
    cerchio, dovrai inserire la risposta a quattro semplici domande:

    1. Cosa ami fare?
    2. In cosa puoi essere utile al mondo?
    3. Per cosa potresti essere pagato?
    4. Cosa sei bravo a fare?

    La tua missione di vita si trova nel punto in cui si intersecano tutti e quattro questi cerchi, ossia
    nell’attività che si trova in equilibrio tra essere la tua passione, la tua vocazione, la tua missione e la
    tua professione
    .


    Come cambia la tua vita quando trovi il tuo ikigai?
    La ricerca dell’ikigai non è semplicemente una “cosa da fare”, ma uno stato d’animo, un’opera di
    consapevolezza. Se tutte le cose che fai, dalla più piccola alla più grande, assumono un senso
    infinito, le tue giornate scorreranno in maniera molto più gratificante e ogni sera sentirai di aver
    portato a termine una missione. Naturalmente, questa consapevolezza va acquisita con tempo ed
    esercizio e non basterà di certo rispondere a quattro domande per raggiungere questo grado di
    armonia con sé stessi e il mondo.

    Se ti ho incuriosito, c’è molta bibliografia che tratta
    dell’argomento e che ti permetterà di approfondire la ricerca. Alcuni titoli:

    • Ikigai: Il metodo giapponese. Trovare il senso della vita per essere felici, Bettina Lemke
    • Il piccolo libro dell’ikigai. La via giapponese alla felicità, Ken Mogi
    • Ikigai: Come raggiungere la felicità e l’armonia con sé stessi attraverso la scoperta del
      proprio scopo nella vita, Takeshi Matsushida, Takeshi Masushida
    Picture of Maria Grazia Drago
    Maria Grazia Drago
    Copywriter, editor e community manager. Per lavoro faccio in modo che le persone siano entusiaste di ciò che fanno. Credo fortemente alle energie, positive o negative che siano. Lavoro nella digitalizzazione dei processi HR per hrtools.it e sono la community manager di insegreto.com.
    Picture of Maria Grazia Drago
    Maria Grazia Drago
    Copywriter, editor e community manager. Per lavoro faccio in modo che le persone siano entusiaste di ciò che fanno. Credo fortemente alle energie, positive o negative che siano. Lavoro nella digitalizzazione dei processi HR per hrtools.it e sono la community manager di insegreto.com.
    Categorie
    Scarica le nostre guide gratuite
    Desk Sharing
    Desk sharing significa letteralmente condivisione
    della scrivania
    .
    Si tratta di un’organizzazione delle postazioni dell’ufficio non più basata sull’assegnazione delle singole scrivanie, bensì sulla loro condivisione.
    Clean Desk Policy
    Si tratta di una direttiva promossa dall’azienda che regola il modo in cui le persone devono lasciare la postazione di lavoro una volta concluse le attività e come devono gestire i documenti, i file e, in generale, i dati sensibili.
    Donna stressata dal lavoro
    Mercoledì 8 maggio, ore 12:00

    Lavorare stanca: come gestire lo stress in azienda

    Il caso FINDUS

    Quali soluzioni sono più efficaci per promuovere un clima lavorativo sano e stimolante? Ne parleremo con Findus.
    Webinar gratuito, posti limitati